L’emporio della distruzione di Lumo Tarryx

di Barbiano Panzucci

– Maledetto figlio di una protogeisha di Baak, io t’ammazzo!
Quando un ungoliano a quattro braccia vi entra in negozio schiumando di rabbia e scardinando una porta super rinforzata in tetracciaio ci sono solo due possibilità: o vi teletrasportate a qualche anno luce di distanza o siete Lumo Tarryx de “L’emporio della distruzione di Lumo Tarryx”. Trattandosi del secondo caso, non vedremo nessuno sparire in una nuvoletta di ioni post-trasporto e resteremo a ammirare il sorriso stampato sul muso rettiloide di Lumo.
– Gergash, amico mio!, la porta la paghi subito o la metto sul tuo conto? Inoltre dimmi, cosa ti turba?
– Credi che i tuoi sistemi di sicurezza m’impediranno di ridurti a una poltiglia sanguinolenta?
– Gergash (detto con quel sibilo finale un po’ troppo prolungato, tipico dei rettiloidi e dei commercianti, e soprattutto dei rettiloidi commercianti), amico mio, così mi offendi. Pensi davvero che userei i sistemi di difesa con uno dei miei migliori clienti? Anzi, vuoi sapere la verità? Appena ho visto che stavi arrivando ho disattivato tutto.
La verità, cioè la vera verità, è un’altra. Quei sistemi di sicurezza di cui parlano i due sono tutti attivi, come sempre. Lo sono sempre stati e sempre lo saranno. C’è di tutto: un deviatore balistico, un termo-attenuatore, reticolati di diffrazione, scudi deflettori, ipo-magnetizzatori, un antitaccheggio e un invertitore particellare assoluto. E il cielo stellato sa cos’altro. C’è anche, tutt’altro che ovvio, un sistema di delocalizzazione a attivazione psionica, che Lumo chiama affettuosamente “trasloco in grande stile”, perché prevede il teletrasporto altrove di Lumo (e nessun’altro), del suo negozio e di tutto l’asteroide a cui è cementato. Non si può mai sapere.
L’ancor più vera verità è che tali sistemi, nonostante siano operativi fin dall’inaugurazione del negozio, in 37 anni di onorato servizio non sono mai stati usati. Non ce n’è stato bisogno. Il che, visto che parliamo di un enorme magazzino zeppo di armi piazzato in una delle zone più malfamate della Galassia (è lì che si fanno i veri soldi, cosa credete?), dovrebbe stupirvi. Se non vi stupisce è perché sapete già che Lumo Tarryx è quasi il miglior abbindolatore di tutti i tempi, commerciante impareggiabile secondo solo al magnifico Bonaccini, agente immobiliare di cui si racconta che vendette l’intera Galassia a un miliardario extradimensionale di fuori. E sapete anche, quindi, che nessuno ha mai resistito alle sue tecniche di vendita, alla sua arte di rifilare il non necessario e lo scadente, alla sua capacità di addomesticare la clientela usando unicamente lo charme, l’eloquio, e quel minimo di poteri psionici di cui l’evoluzione l’ha dotato, e di cui ovviamente non ha mai fatto parola con nessuno, per non incorrere nel comma h dell’articolo 42 della Direttiva Galattica 7.3 sul commercio (che recita: “È fatto divieto per tutte le creature il cui campo psichico rientri nelle tabelle A3 e A4 di avviare attività commerciali prive dell’apposita schermatura psionica e del cartello segnalatore di cui all’art.35, comma f”).
– Ecco cosa mi turba, dannato mugol! (mugol, per chi non lo sapesse, è un termine ungoliano che significa, più o meno, creatura che sta sulle palle all’intero universo)
Gergash getta sul bancone un aggeggio che per numero di impugnature, mirini, bocche da fuoco e grilletti è perfettamente distinguibile anche dai non addetti ai lavori come arma di devastazione. E se proprio non ci arrivano, la livrea mimetica dovrebbe aiutarli non poco.
– Un Devastatore Ferlin Mark 3! Fammi vedere bene. Lumo salta sul bancone e con le sue otto zampette inizia a percorre avanti e indietro il Devastatore, che è lungo il doppio di lui, fermandosi a osservare dettagli, tastare e annusare con fare concentrato.
– 6 caricatori termoionici, lanciagranate a impulso, duplicatore di carica, mirini multispettro, riconoscimento tattile. Dotazione standard, fin qui. Poi ci sono le modifiche: silenziatore e mirino laser Mokawa, attenuatore di spinta Volk, caricatore supplementare Osphen per proiettili potenziati e, se il naso non m’inganna, nanofrecce Ybo. Un bell’oggetto davvero. Mi è sfuggito qualcosa?
– Ti è sfuggito che non funziona, desprakht che non sei altro! (desprakht, per chi ignora lo slang bellico ungoliano, significa creatura che nonostante sia deceduta continua a emettere suoni dotati di significato) E sai quando ha smesso di funzionare? Nel bel mezzo di un assalto a una cittadella Vor su Meso 3. Stavo per lasciarci la pelliccia. Ho dovuto usare un dispersore. Lo sai che significa? Che sarò preso per il culo dagli altri della squadra per i prossimi due secoli!
– Oh, mi dispiace, amico mio. Non funziona eh? Un vero peccato, sì. Fossi in te, lo riporterei dove l’hai preso e gliele canterei, al tizio che te l’ha rifilato, altroché!
Gergash si esibisce in uno dei suoi grugniti da battaglia.
– L’ho preso qui, piccolo insignificante flu. (flu significa escremento di topo, in ungoliano)
– Qui?! Sei sicuro?
– L’ho preso 3 giorni fa, sottospecie di fluh. (fluh, invece, significa scarto di un banchetto nuziale a base di topi)
– Gergash, amico mio, hai idea di quanti guerrieri, mercenari, assassini, terroristi, cacciatori di taglie, serial killer e metronotte mettano piede qui ogni giorno? Più di tutti i proiettili che ho in magazzino, stanne certo. Posso mica ricordarmi tutto. Se avessi dei mnemoimpianti, forse… ma non li ho. Fammi controllare nel database.
Lumo, invece, che tutto sommato un po’ flu lo è, si ricorda benissimo di aver venduto il Devastatore a Gergash, pochi giorni prima, così come ricorda, grazie alla memoria prodigiosa tipica della sua specie, tutte le transazioni che ha mai portato a termine nel suo emporio, o quasi.
Il database però ce l’ha davvero, è il fisco che glielo impone. E già che c’è, Lumo lo utilizza, di solito per prendere tempo, per far sbollire un po’ i clienti più vivaci, nel senso proprio di incazzati, nonché a bassa intelligenza, in modo da riportare il loro tracciato gamma-neurale a uno stato di buona ricettività, cosa che gli servirà fra poco, per esempio, con Gergash.
Il record del database riporta quanto segue:

Transazione 71.2550m
Cliente: Gergash Camillo Rax
Oggetto: Devastatore Ferlin Mark 3
Mod: car+ Osphen PP1, set Mokawa MS3, a.s. Volk, nanof. Ybo
Dettagli: usato, non funzionante
Prezzo: 2500 crediti [pagato contante]
Reiterazione: 7

Lumo esce da dietro il terminale col suo miglior sorriso a 108 denti.
– Sì, l’hai preso qui, amico mio.
– Certo che l’ho preso qui! Mi hai preso per uno gnu? (gnu, in ungoliano, significa proprio gnu) L’ho comprato qui e non funziona, perciò adesso mi ridai i soldi, e di corsa.
– Aspetta aspetta aspetta. Sei arrabbiato, lo capisco, amico mio. Ma non posso ridarti i soldi…
Qui Gergash inizia un ringhio profondo.
– … se prima…
Il ringhio sale.
– … non lo provo…
Il ringhio rimane stabile.
– … e mi accerto del malfunzionamento.
Il ringhio svanisce in uno sbraìto.
– Cos’è che non funziona esattamente?
– Non funziona un bel niente!
– Mmmh. In base alla procedura dovrei chiederti se l’hai acceso, prima di utilizzarlo, ma a un prode guerriero ungoliano non faccio questo genere di domande.
– Vorrei vedere…
– Le celle d’energia sembrano a posto. Forse un problema al processore…
– Dammi i soldi e facciamola finita, ho un’incursione tra 2 ore.
– Gergash, amico mio, ma almeno accertiamocene, che ci sia un problema alla cpu. L’unico modo è testarlo al poligono.
– Va bene, però sbrighiamoci, dannato giima (pignolo fino all’eccesso).
– Prego, seguimi nel retrobottega, amico mio.
Il retrobottega dell’emporio in realtà è un enorme cratere a cielo aperto pieno di tecno-immondizia. Prima che Lumo lo acquistasse per quattro soldi l’asteroide era infatti adibito a discarica spaziale abusiva. Invece di ripulirlo, Lumo non fece altro che ammucchiare tutto nel cratere, ottenendo così un perfetto poligono per testare le armi.
Se vi prendeste la briga di fare un passeggiata in quella gigantesca depressione asteroidale, rimarreste colpiti dal suo contenuto. Anche in senso letterale, se siete sfigati. C’è davvero di tutto, là dentro.
Per esempio, nel bel mezzo del cratere fa bella mostra di sé un gigantesco reattore terraformante Nagai KN7. Pare che la ditta “Non solo Terraformazioni” lo buttò via dopo che per un malfunzionamento aveva trasformato un’arida palla di roccia orbitante in un pianeta ricoperto da una lussureggiante vegetazione, solo che si trattava di ortica.
In fondo a destra, quasi fuori dalla portata visiva, s’indovina il relitto di un incrociatore Vannhoi. È il famoso “Groi Albamon”: solo alla prima missione ci si accorse che fargli il pieno costava più che averlo costruito.
Defilato, sulla sinistra, si riconosce quel che resta di un esoscheletro Rennen 901, detto “lo spostapianeti”, rimasto famoso per la cosiddetta Burla dei 9 pianeti di Mosfi. Un chilometro più avanti, sulla destra, sepolto da immondizia tecnologica di ogni tipo, c’è un intero quartiere periferico di Calpezia, la megalopoli abusiva di Qitho G, smontata dal governo centrale per far posto a quello che ancora oggi è il più grande mercato del pesce del settore 4.
Secondo alcuni nel cratere sono nascosti anche degli oggetti leggendari: un busto da parecchie tonnellate di Clamira Von Pritt, la star del cinema mutaforma; la registrazione completa (4300 ore) del Concerto 901 per arpa e stella gialla in collasso gravitazionale di Eri Lodavio; le carcasse di almeno 500 flipper della serie “Capitan Kro”, che a causa di un difetto di fabbricazione cercarono di conquistare il settore 2, senza però riuscirci (gli strateghi governativi, dopo giorni di battaglia, scoprirono che bastava scuotere forte i flipper per mandarli in tilt). Inoltre, ma questa sa proprio di bufala, c’è chi dice che lì in mezzo, da qualche parte, ci sia una Sfera di Palto.
Lumo e Gergash hanno davanti lo sconfinato poligono.
– Gergash, amico mio, posiziona il Devastatore qui sul tester.
L’ungoliano obbedisce e piazza l’arma su una specie di complicato cavalletto, pieno di fili pulsanti e cinghie.
– Dammi un minuto per calibrarlo – e Lumo salta sopra lo strano trespolo e inizia a infilare spinotti, stringere tiranti, ruotare manopole.
– Fatto! Ora ti prego, Gergash, amico mio, vieni qui vicino a me.
Lumo si posiziona sul bordo del cratere ed estrae, chissà da dove, un piccolo telecomando, che mostra sorridente a Gergash. Prende qualche secondo per concentrarsi poi preme il grande pulsante rosso.
Davanti agli occhi e alle orecchie di Gergash il Devastatore Ferlin Mark 3 comincia a emettere un leggero sibilo e dopo qualche istante inizia a scaricare proiettili termoionici su un una vecchia nave da trasporto deloreana poco distante; fra una raffica e l’altra parte un granata a impulso: al terzo colpo la nave è ridotta un cumulo di macerie fumanti. Il rumore del Ferlin diventa all’improvviso da squillante a cupo, elettrico: è l’attenuatore di spinta Volk. Parte una raffica di proiettili Osphen da 23 e colpisce un processore climatico Tazumi, lasciandone solo la parte platonica. Il Devastatore si ferma, squilla un cicalino, e un attimo dopo 3 nanofrecce Ybo schizzano dalla sua parte inferiore in direzione di un defibrillatore planetario, si piantano lì, e per alcuni istanti non succede niente. Dopodiché la lega al virgilio-titanio del defibrillatore inizia a fondersi come burro. Tornato il silenzio, Gergash può solo concludere che il Devastatore Ferlin Mark 3, in effetti, ha devastato.
Davanti agli occhi e alle orecchie di Lumo, invece, non succede assolutamente un cazzo per tipo un minuto.
Sì, perché tutte quelle immagini di potenza e distruzione, le esplosioni e i detriti che dimostrano l’efficacia e il buon funzionamento del Ferlin, sono unicamente nella testa di Gergash. Anzi, se vogliamo essere pignoli, un attimo prima sono in quella di Lumo, perché è lui, in effetti, a inviargliele, per poi ficcargliele nel cervello subintelligente. Allucinazione psi-indotta, si chiama. Un giochino, per Lumo, che non necessita nemmeno la sua completa concentrazione (infatti nel frattempo ripassava l’inventario dei cannoni a megatroni).
Gergash se ne sta lì a guardare la polvere posarsi di nuovo sul fondo del cratere, le fiamme spegnersi, il rombo svanire (polvere, fiamme e rombo gentilmente forniti da Lumo). È incredulo. Non capisce (cioè, capisce ancora meno del solito). Si volta verso Lumo, in silenzio.
– Gergash, amico mio, lo sai come sono queste armi moderne: sensibili al punto che non a tutti concedono di sparare. Il Ferlin funziona. Tu pure, amico mio, funzioni. Ma insieme non funzionate. Succede.
– Ma…
– Anzi, ti dirò, amico mio: secondo me questo è un segno.
– Un segno?
– Sì. È il segno che quest’arma non ti merita, che non è all’altezza delle tue superlative doti di distruttore. Se anche riuscissi a farla funzionare, a fartici sparare, davvero la imbracceresti nelle tue battaglie, sapendo che non è tua pari? Sopporteresti di farti ritrarre, alla fine di un massacro epocale, con in mano questa infingarda? Tu, amico mio, sei Gergash Camillo Rax, della prode stirpe dei distruttori di Ungol, terrore delle periferie galattiche, uomo nero nelle fiabe dei pacifisti, incubo del Grande Movimento per la Fratellanza tra le Stelle. Lo strumento con cui devasti l’universo deve essere degno del tuo nome e pronto a esaudire ogni tuo desiderio di annientamento. Solo così potrai aspirare alla grandezza, e affiancare il nome di Gergash Camillo Rax a quello del Distruttore di mondi, Slothen Bruno Slox (i cognomi ungoliani finiscono tutti con la x, in memoria – così si dice – dei tempi in cui tutti su Ungol erano analfabeti).
A questo punto Gergash contiene così tanta autostima da rischiare il collasso gravitazionale. E il suo tracciato gamma-neurale è docile e malleabile come plastilina nelle zampette di Lumo.
– Gergash, amico mio, smontiamo il maledetto Ferlin dal cavalletto e andiamo a cercare l’arma che il destino vuole per te.
Gergash torna in negozio reggendo il Devastatore come si tiene un sacchetto dell’umido strapieno.
– Getta pure questa ingrata qui, sotto al bancone, e andiamo allo scaffale “Superpotenze”.
Lo scaffale “Superpotenze” è l’unico dell’emporio di Lumo a essere protetto da una gabbia laser. Lumo digita una combinazione di 24 cifre sulla piccola plancia, pronuncia a bassa voce, vicino al microfono, una filastrocca in una lingua sconosciuta e avvicina l’occhio al sensore, e i fasci laser svaniscono emettendo un leggero bzzz.
– Ecco i miei gioielli.
A Gergash luccicano anche i 2 fegati. Lumo parte con la rassegna.
– Considerata la tua stazza, Gergash, amico mio, ho tre proposte per te. Numero uno: il Demoralizzatore Drekk S3000, bazooka a impulso da 800 Terabong, silenziato al plasma, mirino a proiezione olografica, quadruplo caricatore Siemens da 100 colpi, invertitore di carica, seconda bocca da fuoco sovrapposta con munizioni antiplanetoide, telecomando, e 12 alloggiamenti supplementari con connettore standard R3. Ancora sotto cellophane, 4000 crediti.
Numero due: l’Azzeratore biologico McArthur 991, mitragliatore ipercinetico a canna lunga, 23mila colpi al minuto con proiettili a ricerca automatica, overclockabile fino a 29mila col kit Jansen, ripartitore magnetico a 3 stadi, katana laser nel calcio, diffusore ketaminico, nuovo fiammante, custodia compresa, 5300 crediti.
Numero tre (ma questo ho persino paura a proportelo): il Protocollisore a inflazione Samarion X5, detto l’Invertitore di esistenza. Generatore di squarci spaziotemporali a gravitoni, con 5 colpi spegne una stella supergigante rossa, con 10 cancella dalla realtà un sistema planetario standard, include un invertitore cronologico, una riorganizzatore muonico e una cinghia in vera pelle. Ancora in fase prototipo, 6500 crediti.
Ai piedi di Gergash c’è una pozza di bava. L’ungoliano è in piena estasi da distruttore, i suoi tracciati gammaneurali non sono che un budino al caramello sopra cui far precipitare un blocco di gigacemento da 600 tonnellate. E Lumo lo sa. E Lumo lo fa: – Inoltre…
– Cosa?
– Ci sarebbe…
– Cosa?!
– Un’altra…
– Insomma!
Lumo scompare dietro al bancone. Gergash, trepidante, rimane in attesa. I suoi 3 cuori naturali pompano a ritmo vertiginoso, tanto che quello artificiale (un IperCuore Zisel UT3) a malapena riesce a stargli dietro.
La testa di Lumo sbuca fuori dal bancone. I suoi profondi occhi gialli fissano Gergash. È un mago della suspense, Lumo. Ed è anche un mago nel ritracciare i percorsi neurali altrui, le configurazioni mnemoniche: pensieri e ricordi, in buona sostanza.
Lentamente, Lumo fa apparire un aggeggio che per numero di impugnature, mirini, bocche da fuoco e grilletti è perfettamente distinguibile anche dai non addetti ai lavori come arma di devastazione. E di nuovo, se proprio non ci arrivano, la livrea mimetica dovrebbe aiutarli non poco.
Lo poggia piano sul bancone, sotto gli occhi estasiati di Gergash e lo presenta.
– Questo, amico mio, è un Devastatore Ferlin Mark 3: 6 caricatori termoionici, lanciagranate a impulso, duplicatore di carica, mirini multispettro, riconoscimento tattile. E solo di dotazione standard. Questo però è superaccessoriato: silenziatore e mirino laser Mokawa, attenuatore di spinta Volk, caricatore supplementare Osphen per proiettili potenziati e, ciliegina, nanofrecce Ybo. Se non è l’arma per te questa, cosa lo è?
Gergash giganteggia sul bancone. Guarda il Ferlin, gli è sopra. Lo studia nei dettagli, senza emettere un suono. Lo percorre da cima a fondo con lo sguardo. Tutto d’un tratto lo prende con tre dei suoi quattro arti superiori e lo imbraccia, puntandolo verso Lumo.
– Quanto, per questo gioiello?
– Per te, amico mio, solo 7000 crediti.
– Tu sei pazzo, te ne do 1000.
La solita storia, pensa Lumo.
– 6000.
– 1500.
– 5000.
– 2000
– 4000.
– 2500.
– Facciamo 3000 e non se ne parla più.
Gergash si fa una gran risata.
– Sei un guerriero anche nelle trattative, maledetto ungoliano!
Anche Lumo si fa una gran risata. Solo che la sua è giustificata.
– Te lo incarto.
– Ok. Posso pagare con la carta? Non ho contanti.
– Naturalmente.
Gergash striscia la sua Galaxy, firma la ricevuta, prende il suo pacco e si dirige verso l’uscita.
– Alla prossima, Lumo.
– Alla prossima, amico mio.
Gervash si blocca sull’uscio.
– Ehi, Lumo.
– Dimmi Gervash.
– Che diavolo è successo alla tua porta?
– Niente, sto ristrutturando.
– Capisco.
E se ne va.
Lumo resta un attimo a ticchettare una ventina di dita sul bancone, poi va al terminale, apre il database e registra la vendita:

Transazione 73.3148h
Cliente: Gergash Camillo Rax
Oggetto: Devastatore Ferlin Mark 3
Mod: car+ Osphen PP1, set Mokawa MS3, a.s. Volk, nanof. Ybo
Dettagli: usato, non funzionante
Prezzo: 3000 crediti [pagato carta Galaxy]
Reiterazione: 8.

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Barbiano Panzucci
Sta seriamente pensando di farsi inserire “K.” o “C.” fra nome e cognome, se all’anagrafe glielo permettono. Scrive racconti di fantascienza. Presto uscirà una sua autobiografia non autorizzata, scritta non si sa bene da chi.

Informazioni su il Many

(marco manicardi)
Questa voce è stata pubblicata in 2. (n+1)esimo ebook. Contrassegna il permalink.

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